Letture

Dispersioni | Lamiere

Lamiere p

“Quando leggi un bel libro non fuggi dalla vita, ma ti ci immergi più in profondità”. Questa affermazione dello scrittore Julian Barnes è specialmente valida se leggiamo un romanzo appartenente al sottogenere della letteratura industriale, una narrativa costituita da testi che nel corso del Novecento si sono confrontati direttamente con la pervasiva affermazione dell’industria e dell’industrializzazione nella società.

Leggendo i diversi saggi del volume collettivo Lamiere. La letteratura tra fabbrica e città, a cura di Gianmarco Pisa (editoriale Ad est dell’equatore) si intraprende un itinerario ricco di spunti di riflessione e di suggerimenti di letture sul romanzo industriale tra autori quali Ottiero Ottieri, Paolo Volponi, Luciano Bianciardi (Vedi anche il mio post su La vita agra di Luciano Bianciardi) e Primo Levi che con le loro opere ci immergono a forza nella vita, raccontandoci l’irrealtà e l’alienazione del lavoro operaio e della fabbrica industriale negli anni del boom economico, della ricostruzione postbellica e dell’industrializzazione.

Notevoli, tra i diversi contributi, i due saggi del curatore del volume, Gianmarco Pisa. Nel primo Pisa proprone una accurata ed approfondita analisi diretta a delimitare e definire gli ambiti propri della letteratura industriale, marcatamente segnati dalla critica sociale e dall’antagonismo di classe (con interessanti riferimenti alla letteratura americana ed europea).

Titanic Europa

 Vladimiro Giacchè, Titanic Europa, la crisi che non ci hanno raccontato, Aliberti editore, € 14,00

 

titanic-europa“L’austerità di fronte a un’economia già depressa è una follia criminale”. Paul Krugman, economista e premio Nobel, pochi giorni fa dal suo blog, ammonisce con queste parole i governi europei. Il tono è quello di un appello disperato e destinato a rimanere inascoltato.

Tutti gli stati europei ormai hanno adottato politiche restrittive fatte di tagli al welfare, al costo del lavoro e alla spesa pubblica, considerate misure inevitabili e assolutamente necessarie ad innescare la ripresa economica.

Ma è certo che sommando recessione, disoccupazione, tagli e riduzione del reddito nazionale e quindi dei consumi, si possa uscire dalla crisi? O semplicemente così si imbocca la strada della stagnazione e della deflazione, aggravando deficit e dimensioni del debito pubblico, accelerando i problemi dell’euro, con i disastri monetari e sociali che ne deriverebbero?

Mezzogiorno: una questione nazionale

Giovanna Altieri ed Emanuele Galossi, a cura di, Mezzogiorno: una questione nazionale, prefazione di Vera Lamonica
Saggi e contributi di: Giuseppe Travaglini; Giovanna Altieri, Francesca Dota e Giuliano Gerrucci; Lorenzo Birindelli e Riccardo Sanna; Emanuele Galossi; Mauro Di Giacomo, Elio Montanari e Clemente Tartaglione; Francesco Prota e Maria Jennifer Grisorio; Elena Battaglini; Serena Ruggiero, Sandro Notargiovanni e Emidio D’Angelo.
Ediesse, Roma, 2010, € 20,00.

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La questione meridionale è questione nazionale, la più complessa e difficile che il paese deve affrontare per uscire dalla crisi e costruire nuove prospettive di sviluppo e di coesione economica e sociale.
È la grande ed irrisolta questione che accompagna tutta la storia nazionale e presenta, oggi più che mai, nodi che chiamano in causa la natura e la qualità delle politiche nazionali, gli obiettivi strategici del paese, il rapporto con la dimensione mediterranea dell’Europa.
Il tema è scomparso per anni dal discorso pubblico, sostituito dalla ben più ingombrante «questione settentrionale» (peraltro questione tutta politica...), ed è ricomparso, da qualche tempo, più come effetto delle contraddizioni interne ai rapporti politici che come problema, e opportunità, da cogliere e valorizzare per concrete decisioni di policy.

Innovare il Mezzogiorno

Vincenzo Esposito, (a cura di), Innovare il Mezzogiorno, prefazione Stefano Mollica, 
interventi di: Alfredo Budillon, Mariano D'Antonio, Paola De Vivo, Vincenzo Esposito, Enzo Giustino, Alfonso Marino, Mario Parente, Giuseppe Zollo,
Guida Editore, Napoli, 2008, € 9,00.

innovare_tPassano gli anni, migliora la dotazione di risorse delle regioni meridionali del nostro paese, migliorano anche le loro possibilità di governance“ grazie alla elezione diretta di governatori e sindaci ma, ciò nonostante, quest’area del paese continua ad arrancare, finendo recentemente addirittura all’ultimo posto fra le aree destinatarie dei fondi europei. C’è, dunque, qualcosa che non va, e per capirlo occorre voltare pagina, osservare il sud dell’Italia da altri punti di vista e, soprattutto, adottare metodi diversi di analisi. È questa la tesi di fondo del libro “Innovare il Mezzogiorno” (Guida Editori 2008), promosso dalla AISLo (Associazione Italiana per gli Studi sullo Sviluppo Locale)  e curato da Vincenzo Esposito, con interessanti contributi di Mariano D’Antonio, Paola De Vivo, Enzo Giustino, Alfonso Marino, Mario Parente, Alfredo Budillon e Giuseppe Zollo, un gruppo di studiosi da tempo osservatori dell’economia e della società meridionale. 

Governare il lifelong learnig

Bruno Schettini, (a cura di), Governare il lifelong learnig. Prospettive di educazione degli adulti, introduzione di Duccio Demetrio, 
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2009, € 27,00.

schettini_tIl volume pubblicato dalla ESI e curato da Bruno Schettini ha un doppio pregio: da un lato colma un vuoto nella pubblicistica sui temi dedicati all’apprendimento permanente, in un’ottica poco praticata del fare rete e integrazione tra i soggetti istituzionali dell’offerta di istruzione e di formazione con gli attori sociali, con il mondo della domanda e dei bisogni emergenti sul mercato (non solo del lavoro e delle imprese,ma anche delle persone e del terzo settore).
Dall’altro, offre una visione multiculturale e multidisciplinare all’educazione lungo tutto il corso della vita (ricordando il titolo di una precedente fatica dello stesso schettini), grazie all’apporto ed ai contributi – alcuni di alto valore scientifico – offerti da esperti e competenti provenienti dai vari campi del sapere, del mondo accademico, ma anche sociale e produttivo.

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