… è cosa ‘e niente!

Gianni De Falco, direttore Ires Campania

 

Sul Giappone si è abbattuta una immane sciagura e siamo pronti a registrare l’incredibile numero di morti, forse più di 15mila. Il mondo va in guerra e si spara sulla Libia di Gheddafi per fermare, si dice, una tragica guerra civile.

L’Italia dopo essersi prostrata e genuflessa a Gheddafi, fino a baciar le mani, dopo aver “offerto” 200 giovani hostess al colonnello, inaugurando uno ben strano metodo di relazioni internazionali, caccia il petto in fuori e dichiara che farà la sua parte.

Chi lo ha detto? Betty!

Vi chiederete stupefatti: «chi è ‘sta Betty?». Gente poco informata… Betty alias Papi alias Silvio… ebbene si, Betty è proprio lui il Berlusca, il “nostro” Presidente del Consiglio…

Un nuovo mistero, quindi, va ad allungare la lista dei misteri italiani: dalle carte del caso Ruby (Rubacuori, e forse anche qualcos’altro…) emerge che le ragazze del bunga bunga così chiamano (schernendolo) il nostro premier: Betty.

Pare che in America siano soliti chiamare “Betty” quegli uomini che amano vestirsi da donne, ci sono molti esempi da J. E. Hoover a Ed Wood.

Sarà oltremodo difficile per i posteri comprendere appieno l’oramai surreale figura di Berlusconi, se la storia sarà scritta in un’Italia pidiellina sapranno poco e nulla di ciò che stiamo vivendo.

Si parlerà forse di uno statista, un moderno “Cavour”, tacendo su interessi finanziari e vizi privati. Le sue discutibili amicizie (equamente divise tra affaristi/avvocati/politici con pochi scrupoli, mafiosi/politici e mafiosi/mafiosi che scrupoli non hanno mai avuto) e i modi ossequiosi (baciamano compresi) diventeranno spunti di merito per mirabili aperture.

Perché dobbiamo interrogarci, dunque, su questa stupidaggine, mentre eventi apocalittici mettono in discussione gli assetti del Mediterraneo e addirittura il destino del mondo?

La risposta è si semplice ma anche tanto impegnativa: perché il nostro premier ha, in Italia, il potere di intervento e decisione su quegli eventi che potrebbero migliorare o aggravare la situazione del Paese in questo marasma internazionale.

Qualunque cosa o fatto che possa turbarne la serenità, quindi, ci riguarda e nessuno può, o deve, girare la testa da un’altra parte.

Tutto ciò mi ricorda un bellissimo monologo tratto dal telefilm “Peppino Girella”, Andrea Girella (Eduardo De Filippo) rivolto alla moglie (una bravissima Luisa Conte), che tendeva a giustificare, a ridimensionare ed accettare tutte le cose dalla vita, anche le più meschine e dolorose con una liquidatoria e bonaria affermazione «è cosa ‘e niente…» - affermava: «…perdo ‘o lavoro tu dice Andre’ è cosa ‘e niente, ‘o guaglione risponne malamente… Andre’ è cosa ‘e niente… Jola’ (Jolanda, la moglie ndr) a furia ‘e dicere è cosa ‘e niente simmo diventate tutte quante… cose ‘e niente!».

Così come tutto ciò che viene fuori da questa faccenda di Ruby, ed ora di Betty, è stata sempre, e spesso volutamente, sottovalutata… «è cosa ‘e niente!».

In questa assurda anomalia, tutta italiana, ogni cosa è permessa e controbattere è castigo, bigotteria o, peggio ancora, “comunismo”.

In Italia le idee più forti perdono vigore con il passare di poche ore e ciò che può essere largamente deplorevole al mattino diventa accettabile la sera: no, non è cosa ‘e niente!

Posso tranquillamente affermare di non averlo mai avuto in simpatia il Cavaliere, anzi, e nonostante ciò sapere che delle giovani e sfacciate ragazzine (minorenni o maggiorenni, escort o non escort) nelle intercettazioni si burlino di lui chiamandolo Betty (sic), mi colpisce e mi addolora.

Questo fa salvo (se così si può dire) l’uomo (?), come posso scrivere qualcosa adesso su Betty?! è come sparare sulla croce rossa…

Ma, purtroppo, proprio questo è il problema, in questo momento l’Italia ha bisogno di voce autorevole e saggia, eticamente e moralmente inattaccabile… possiamo mai affidare il nostro Paese, in quest’ora così delicata, nelle mani di Papi o, peggio ancora, di Betty?

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