Ciao Stanislao
Ciccio (Francesco) D'Agostino mi ha informato della morte di Stanislao Nocera, un compagno di strada per vari anni, un amico.
Ho conosciuto Stanislao quando, segretario della Fiom di Napoli, fu designato alla responsabilità politico-sindacale dell'azienda in cui lavoravo e di cui ero rappresentante sindacale, allora CdF (Consiglio di Fabbrica). Sociologo, sempre attento ai fenomeni economici, sociali, territoriali e alle questioni della formazione. Abbiamo lavorato per molti anni spalla a spalla, quando dalla Fiom passò alla Camera del Lavoro abbiamo lavorato alla definizione di politiche rivendicative nella Zona Orientale di Napoli (lavoro, occupazione, sviluppo, ambiente...) e costruimmo insieme (ovviamente con la Camera del lavoro di Napoli e con Ciccio D'Agostino) l'iniziativa "Vivere e lavorare nella zona orientale di Napoli" che vide la partecipazione del segretario generale della Cgil Pizzinato e un mare... di gente.
Segretario della Fillea mi chiese di lavorare ad una ricostruzione e riorganizzazione del Centro di Formazione per le Maestranze Edili di Napoli, e per due anni lui segretario Fillea ed io nel CdA dell'Ente poco alla volta introducemmo piccole ma sostanziali trasformazioni tendenti ad una maggiore trasparenza di gestione (operativa), di bilancio e di conduzione. Ancora, allargò la sua influenza di sindacalista-intellettuale occupando nuovi orizzonti nella complessità delle Grandi Opere, degli appalti pubblici... Riuscì a tesserare alla Fillea Cgil anche mio fratello Luigi, all'epoca progettista presso la Infrasud Progetti, trasformandolo anche in rappresentante sindacale.
Con Stanislao, per un po' di anni, ci frequentammo anche durante il periodo estivo e frequentemente calcammo i campetti di pallone in epiche (per noi) partitelle tra under e over (noi over, ovviamente) o tra scapoli e ammogliati. Coltivavamo la nostra passione sportiva e anche la nostra autoironia (risate a crepapelle) sulle nostre capacità "pallonare". Stanislao ha un figlio che questa pratica la coltiva sul serio e con buone capacità, e lui ne è felicissimo.
Avevamo anche individuato un vecchio edificio abbandonato per realizzare un Centro di formazione sindacale residenziale, così come lo avevano in Emilia, in Toscana, in Lombardia e in altri territori e ne parlammo con il segretario generale della Cgil Gianfranco Federico, altro sindacalista-intellettuale fuori dagli schemi, che ne fu entusiasta e allargò l'idea alla acquisizione di una villa settecentesca a Polla con l'intenzione di dare sede all'Ires Campania. Non se ne fece nulla.
Lasciata la Cgil i nostri incontri si sono diradati fino a diventare semplici telefonate ma lo spirito è rimasto lo stesso di quando, poco più che ventenni, ci conoscemmo nel sindacato metalmeccanico. Avevamo visioni diverse, addirittura rovesciate rispetto alle pratiche e le idee sindacali dell'epoca, qualcuno ci vedeva come corpi estranei... i marziani della Fiom... e tra questi però avevamo buona compagnia, Gianfranco fu uno di questi, e poi Enzo Esposito, e poi Lello Mercaldo con i quali ho avuto la fortuna di lavorare ancora per molti anni. Quelle visioni si sono avverate quasi tutte. Gianfranco lo sapeva, Stanislao pure.