Un articolo per la rivista BIO's sul Lavoro che verrà.Lavoro, come prepararsi a quello che succederà nei prossimi anni. Che lavoro faranno i nostri figli? Giovanni De Falco, presidente Ires Campania
Il Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con l’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (Anpal) del Ministero del Lavoro, nel tempo ha sempre più evidenziato il problematico incontro tra domanda ed offerta di lavoro che, nel 2018, ha riguardato il 26% degli oltre 4,5 milioni di contratti di lavoro che il sistema produttivo aveva intenzione (!!!) di stipulare. L’ultimo rapporto (marzo 2019) elenca una serie di figure professionali di difficile reperimento sul mercato: insegnanti di lingue, analisti e progettisti di software, specialisti di saldatura elettrica, agenti assicurativi, elettrotecnici. Lo sviluppo tecnologico sta incidendo anche sulle competenze richieste ai lavoratori: in futuro a oltre 9 profili su 10 sarà associata la richiesta di competenze digitali.
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Bollettino Srm 1-2019 sui dati regionaliE' stato pubblicato il bollettino Srm sui dati regionali 1-2019 pubblichiamo i dati relativi alla Regione Campania.
CAMPANIAA fine 2018 in Campania sono attive 488.798 imprese, pari al 28,8% del totale delle imprese attive nel Mezzogiorno; dato in crescita rispetto al 2017 (+0,8%). In particolare, mentre diminuisce il numero delle società di persone (-2,6%, a 64.444 imprese) e quello delle imprese individuali (-0,5% a 295.503 unità), aumentano significativamente le società di capitali (+6,6%, a 115.442). Una tendenza simile si riscontra nel Mezzogiorno e in Italia. In aumento il numero di imprese in tutti i principali settori: costruzioni +1,2%, agricoltura e manifatturiero +0,3%, mentre il commercio registra una leggera contrazione (-0,3%). La forza lavoro in Campania nel 2018 è stata mediamente costituita da due milioni e 90mila persone (il 27,6% del totale meridionale), in calo dell’1,3% rispetto al dato del 2017. Il numero degli occupati scende a un milione e 664 mila persone, così come il numero dei disoccupati, pari a 426 mila (-3,8%). Diminuisce quindi sia il tasso di occupazione (che rapporta il numero degli occupati al totale della popolazione) portandosi al 33,6%, valore inferiore a quello registrato nel Mezzogiorno (34,7%), sia il tasso di disoccupazione attestandosi al 20,4%, superiore alla media meridionale (18,4%). I tassi di disoccupazione – pur in miglioramento rispetto al 2017, risultano superiori a quanto registrato mediamente nel Mezzogiorno. Nel 2018 la Campania ha registrato un interscambio commerciale (import + export) con l’estero pari a 23,9 miliardi di euro, in aumento del 3,8% rispetto al 2017. Le importazioni sono state pari a circa 13,1 miliardi (+5,3%) e le esportazioni pari a 10,8 miliardi (+2,1%). Alleanza degli Istituti Meridionalisti AIM "Pietre che parlano"IRES Campania entra a far parte dell'Alleanza degli Istituti Meridionalisti AIM " Pietre che parlano" L'Alleanza tiene dentro alcune Facoltà di Economia delle Università Parthenope, Federico II, Unisannio, Aldo Moro di Bari, lo Svimez, l'OBI di Bari, l'Associazione internazionale Dorso di Roma, l'ISESST Istituto Esperti per lo Studio del Territorio, Diste Consulting Dipartimento Studi Territoriali di Palermo, varie altre organizzazioni impegnate da decenni in attività di studio, ricerca e divulgazione per favorire lo sviluppo del Mezzogiorno. La partecipazione di IRES Campania al Partenariato Internazionale per l'organizzazione delle Giornate Europee dell'Economia e all'Allenza AIM premia il suo percorso di ricerca e approfondimento sui temi dell'economia locale, del Mezzogiorno d'Italia e del Mezzogiorno d'Europa. Interazione tra Università e mondo del lavoro: un progetto concretoStefano Dumontet, Università degli Studi di Napoli “Parthenope” Giovanni De Falco, Istituto di Ricerche Economiche e Sociali della Campania
In un nostro precedente articolo (Università tra innovazione e tradizione, pubblicato il 12 dicembre scorso) abbiamo tentato di individuare le criticità che riducono le possibilità di impiego dei nostri laureati, a causa di un disaccoppiamento tra mondo del lavoro e mondo accademico. Qui affrontiamo, più concretamente, le proposte che possono essere fatte per superare l’impasse del mancato dialogo tra il mondo della formazione superiore e il mondo datoriale. |