Manifesto della edizione 2013.
E’ in preparazione la quarta edizione del Sorrento Meeting organizzato da OBI e la sua rete di partner nazionali ed internazionali.
Resta confermata la scelta del primo week end di Novembre, pertanto le date previste sono il 7 e l’8 Novembre 2014.
Tema designato per la quarta edizione:
“Mezzogiorni d’Europa e Mediterraneo – Transizioni sostenibili e visioni rovesciate”.
Il Sorrento Meeting 2014 prevede quattro sessioni di lavoro cosi articolate:
Mezzogiorni d’Europa e Mediterraneo negli equilibri globali
Le economie e le monete del Mediterraneo
Mezzogiorni d’Europa e Mediterraneo: lo sviluppo di uno spazio economico comune
Mezzogiorni d'Europa e Mediterraneo tra well being e crescita: i nodi e le condizioni territoriali dello sviluppo nel contesto euro mediterraneo.
Per l’organizzazione dell’evento il Partenariato è composto da Enti, Organizzazioni ed Università nazionali ed internazionali:
DIGEF - Università La Sapienza, Roma - STEPI (Science and Technology Policy Institute), Korea - Fondazione Adriano Olivetti, Ivrea - CNR-ISSIRFA, Roma - Centro Europa Ricerche, Roma - Centro Studi Federico Caffè, Roma/Roskilde - C.E.S.E (Comitato Economico e Sociale Europeo), Bruxelles - ItaliaCamp, Roma - Ires Campania, Napoli - CERTET Università Bocconi, Milano - CeSpi, Roma - Società Geografica Italiana, Roma - Ministero dell’Economia della Polonia - BRI Banca delle Risorse Immateriali, Napoli - Associazione Premio Internazionale Guido Dorso, Roma - Associazione Italo-tunisina, Roma - Conseil National Economique et Social d’Algérie - Association Moultaka des Jeunes pour le Développement, Fés, Maroc - Centre de Formation par Apprentissage (CFA) Sidi Boubkerbel Arabi, Fés, Maroc - Ficei, Roma - Fondazione MezzogiornoEuropa, Roma - Fondazione Bruno Visentini, Roma - CNEL Consiglio Nazionale dell’ Economia e del Lavoro - SVIMEZ, Roma - ASECU (Associazione delle Università di Economia dell’Europa Sud Orientale e della Regione del Mar Nero) - Università di Roskilde, Danimarca - Università di Varsavia, Polonia - Università di Rzeszów, Polonia - National Techical University of Athens (NTUA), Atene - UNIMED Unione delle Università del Mediterraneo, Roma - Università degli Studi di Bari "Aldo Moro" - Università di Cagliari - Università della Calabria - Università di Napoli Federico II - Università di Napoli Parthenope - Università di Palermo - Università di Teramo - Università del Salento - Università degli Studi del Sannio - Università Telematica Niccolò Cusano
Franco Garufi con Andrea Montagni e Frida Nacinovich, Lamiere. Una finestra al quarto piano prefazione di Susanna Camusso, postfazione di Serena Sorrentino Ediesse, Roma, 2012, € 12,00.
Questa raccolta ragionata di riflessioni, idee, pezzi di analisi nasce dalle discussioni che hanno accompagnato il varo del documento «Tredici idee per il Mezzogiorno» curato nel 2009 dal Dipartimento Politiche di Coesione sociale e del Mezzogiorno della Cgil con la collaborazione dell’Ires Campania.
Nelle lunghe chiacchierate che hanno accompagnato la costruzione del documento che ha segnato il rilancio della «centralità» della questione meridionale nella riflessione e nell’iniziativa della Confederazione, Franco Garufi (che del Dipartimento nazionale è il coordinatore) e Ugo Marani (che di Ires Campania era il presidente) abbozzarono l’idea di lavorare assieme alla realizzazione di una monografia sul Mezzogiorno che facesse punto del quadro economico e sociale e che ricostruisse l’impegno della Cgil lungo tutto l’arco delle trasformazioni del Paese. Un contributo per contrastare i leghismi e gli egoismi che la cultura liberista ha diffuso ovunque, come una malattia perniciosa delle coscienze che annega la consapevolezza che l’Italia senza il suo Meridione non va da nessuna parte. Perché l’Italia è davvero una. Perché, come abbiamo scritto nelle «tredici idee», il Mezzogiorno anticipa e amplifica i problemi di tutto ii Paese. Perché nella coesione economica, sociale e politica sta la chiave di volta per l’Italia tutta. Chi scrive, e Giovanni De Falco, di quell’impresa saremmo stati furieri e truppa di complemento. Le cose sono andate diversamente.
La vicenda della refezione scolastica a Napoli è stata sempre tormentata da scandali, ruberie e scarsa qualità al punto che si è parlato di scoldelle d’oro.
Quest’anno, ad un mese dall’inizio dell’anno scolastico, i bambini non mangiano ancora con conseguenze negative sull’orario scolastico, sull’occupazione dei docenti, sull’organizzazione delle famiglie. Il motivo: un disguido burocratico nella procedura di appalto,disguido di cui non si conosce la natura, ma che deve essere notevole se riesce a bloccare l’assegnazione di 30.000 pasti.
Non spetta a me chiedere le dimissioni della dottoressa Palmieri, Assessore all’Istruzione del Comune di Napoli, come stanno facendo le mamme di Mater Dei, penso che questa vicenda deve indurre l’Amministrazione Comunale a ripensare alle modalità di organizzazione del servizio mensa.
La mensa scolastica non è solo il consumo di un pasto, ma ha anche un significato educativo. È acquisizione di stili di vita, di regole e comportamenti personali e sociali. Da questo punto di vista non può essere un servizio standardizzato, ma va differenziato e specializzato.
La refezione dovrebbe essere gestita interamente dalle Municipalità, che istituzionalmente sono le più vicine ai Cittadini, attraverso tre tipologie: autogestita, cucinato in loco, con la distribuzione di cibi precotti. Le famiglie dovrebbero poter scegliere tra le opzioni possibili, in questo modo si ridurrebbe la spesa e migliorerebbe la qualità del servizio rendendolo più corrispondente alle esigenze dei bambini.
Le controindicazione a tali proposte possono essere di due tipi. La difficoltà dei controlli igienico-sanitari e le “differenze a tavola” fra chi è abituato a mangiare in maniera più arricchita e chi risolve con il “ panino”. Alla prima obiezione si ovvia affidando i controlli al personale delle ASL coadiuvato dalla scuola, alla seconda dicendo che le differenze non si vedono tanto a tavola ma riguardano le diverse opportunità che si offrono ai bambini.
Infine vorrei far notare che c’è un alto numero di bambini della scuola dell’ infanzia per i quali le mamme chiedono la non frequenza pomeridiana, proprio per l’imposizione dei un pasto uguale per tutti. La soluzione proposta rimuoverebbe il problema.
Paolo Giugliano
La Repubblica Napoli | martedì 30 ottobre 2012
Il tema del lavoro è, naturalmente, drammaticamente centrale nel dibattito politico odierno. È perfino ovvio sottolinearlo. Nell’orizzonte della più stretta attualità si identifica con la ricerca del lavoro, col dramma della disoccupazione o con l’altro, più generale, della difesa dei diritti dei lavoratori. E anche chi, non banalmente, tematizza la questione della produttività come decisiva per la rinascita del paese, non la riduce al solo punto di vista dei lavoratori, che dovrebbero lavorare di più o meglio, ma la inquadra in un orizzonte complesso, che non trascura l'esigenza di una miglioree più efficace organizzazione del lavoro stesso nonché quella del clima nel quale esso si compie. Anche se oggi la questione dirimente è quella di fondare un nuovo patto per la produttività, mi sembra che, su tempi più lunghi, se usciremo dall'angolo della crisi, ci si potrà ispirare a un'idea nuova del lavoro tradizionalmente inteso, in una prospettiva di una liberazione dal lavoro. Nuovi liberali e nuovi socialisti potranno costruire una nuova civiltà del lavoro se si potrà, complice la tecnologia, lavorare meno e meglio, lavorare tutti. Una scommessa, un'utopia. Ma l'orizzonte utopico, quando non è pura astrazione, imposizione totalitaria di un punto di vista, coincide con gli ideali che migliorano la realtà.
In questa prospettiva, e non solo in questa, possiamo leggere il bel libro, Lamiere, la letteratura tra fabbrica e città, che si presenta oggi alle 16 nella sede della Cgil in via Torino.
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