CONSERVARE LA NORMALITA’.CONSERVARE LA NORMALITA’. A proposito del nuovo lasciapassare obbligatorio
Gianmarco Pisa. Operatori di Pace.
Il presente articolo non impegna nei contenuti Cgil Campania e Camera del Lavoro Metropolitana di Napoli
Come sempre, nell’informazione “mainstream”, che finisce spesso per rasentare enfatizzazioni e semplificazioni tipicamente ideologiche, le questioni che hanno a che fare con l’evoluzione della pandemia (volutamente?) finiscono per mischiarsi e per confondersi, introducendo, anche per questa via, un primo vulnus al diritto di ciascuno/a ad essere informato/a in maniera completa e corretta: le questioni inerenti al vaccino, l’andamento dell’epidemia con il suo quotidiano bollettino (che richiama alla mente l’andazzo tipico dei bollettini di guerra), le modalità di organizzazione della campagna vaccinale e le disposizioni inerenti al c.d. green pass che, per correttezza ed etica della comunicazione, sarebbe opportuno e giusto definire con la terminologia più appropriata di lasciapassare obbligatorio. Leggi tutto... Aggiungi commento
Le statistiche di Trilussa per non capire il Paese.Le statistiche di Trilussa per non capire il Paese. Gianni De Falco, Presidente Ires Campania, coordinatore A.I.M.
I dati dicono molto, a volte troppo.
I Paesi sono due: per reddito pro capite, per tasso di povertà, per tasso di occupazione e disoccupazione, per occupazione in agricoltura, per export pro capite, per addetti all’industria… ed allora è bene che le istituzioni nel continuare a darci i dati medi, contemporaneamente ci forniscano quelli territorializzati. Le statistiche Istat, per esempio che riguardano i dati economici del Paese rispecchiano perfettamente quelle di Trilussa per cui c’è chi mangia un pollo e chi non ne mangia affatto e però si comunica che ne hanno mangiato mezzo a testa. Questi purtroppo sono dati finti. E possono essere distorcenti. Forse interessano poco. L’Istat dia perlomeno contemporaneamente anche i dati per aggregazione territoriale, Nord, Centro e Sud.DUE PAESI IN UNO. QUALITA’ DELLA VITA E DIRITTI DI CITTADINANZA.DUE PAESI IN UNO. QUALITA’ DELLA VITA E DIRITTI DI CITTADINANZA. FIGLI E FIGLIASTRI PER LA NOSTRA MAMMA ITALIA Gianni De Falco, presidente Ires Campania e coordinatore AIM.
Siamo abituati ormai alle classifiche sulla qualità della vita ed anche alle polemiche che ne seguono. I due quotidiani economici nazionali ogni anno, in genere in collaborazione con istituti di ricerca, università e aziende, diffondono le loro classifiche, più o meno coincidenti e che riguardano le 107 province italiane. Uno, nessuno o centotrentamila…Uno, nessuno o centotrentamila… Gianni De Falco, presidente Ires Campania e coordinatore AIM
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Qualche tempo fa, molto tempo fa, un docente della Facoltà di Architettura ammoniva gli studenti con questa frase: «ricordate ragazzi che se un architetto sbaglia l’errore lo porterà in galera, se un medico sbaglia, invece, il suo errore… verrà sotterrato». Analizzando i dati sulla mortalità per Covid-19, a fronte di non meglio chiarite statistiche che tra tabelle e tabelle non trovano corrispondenze, che perfino nella loro fase di raccolta dati e sistematizzazione non trovano corrispondenza ma testimonianza, con evidenza pubblica (stampa ed indagini ancora in corso), su gestioni statistiche “spalmate” temporalmente o limitate “politicamente” nei numeri per non incorrere in “brutte figure”, quell’ammonimento mi è tornato alla mente con una variante finale «…se un medico sbaglia il suo errore… verrà cremato». Forzatura dovuta alla realtà dei fatti. Quanti morti abbiamo registrato in questo periodo, in termini di certezza statistica, non ci è ancora dato sapere. Chi come noi si occupa di ricerca non può non riferirsi al sistema nazionale che certifica il “dato” (SisStaN, Istat, ISS, OMS) e su quei “dati” elabora analisi e studi, il paradosso è che a tutti è noto che il “dato” nasce da processi di rilevazione e di “costruzione” non chiaramente scientifici e non totalmente trasparenti. Qui ricorro a Pirandello non potendo quantizzare i decessi di questo periodo nefasto: Uno, nessuno o centotrentamila? chissà… Così va in Italia.
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