Nel ricordo di Bruno AmorosoIl comitato scientifico del Meeting Internazionale sull’Economia del Mezzogiorno e dei Mezzogiorni d’Europa. Bruno Amoroso è in prima fila a fianco dell’Ambasciatore del Vietnam.
Ad un mese dalla scomparsa del Prof. Bruno Amoroso, 20 gennaio 2017, pubblichiamo la presentazione del suo ultimo libro “Memorie di un intruso” a cura di Enzo Scandurra.
La storia vista con gli occhi di un intruso. Un’esistenza straordinaria che guarda alla storia che gli è contemporanea con gli strumenti più raffinati del sapere critico, del rigore intellettuale e della passione politica. Bruno Amoroso racconta la sua vita in un libro, “Memorie di un intruso”. Il filo si snoda dalla relazione con il padre, fiero operaio comunista, uomo integro ma forse incapace di seguire processi storici tanto tumultuosi, alla sua ribellione più matura. Una ribellione non certo domata ma vissuta un po’ in solitudine e quasi rassegnata agli amari esiti di un mondo dominato dall’ingiustizia e segnato, tra le altre cose, da una parabola discendente della sinistra assai poco onorevole. In mezzo, il Sessantotto, l’essenziale incontro con Federico Caffè e l’esilio volontario a Copenaghen. “Dove abbiamo sbagliato?”, si domanda e ci domanda Bruno. Il suo è, ancora una volta, l’interrogativo più semplice, onesto, lucido. Una intelligenza viva e brillante come quella di Bruno Amoroso può arrivare ad accettare la sconfitta ma non può darsi pace se non arriva a comprenderne le ragioni di Enzo Scandurra Leggi tutto...
Intervista al Prof. James K. GalbrightJames Kenneth Galbraith: L’Italia ha una missione da compiere in Europa per il progresso democratico.
A Lecce, James Kenneth Galbraith al convegno “Il Mezzogiorno nello spazio EuroMediterraneo, in ricordo di Guido Dorso” ci racconta cosa sta succedendo negli Stati Uniti d’America e ci invita ad agire, perché l’Italia ha una missione da compiere in Europa che né la Germania, né la Francia possono guidare.
Intervista di Monica Soldano
LIBERA IL LAVORO CON 2 SILa cultura napoletana piange Gerardo Marotta.La cultura napoletana piange Gerardo Marotta. Gianni De Falco
Chi ha conosciuto, come me, Gerardo Marotta - avvocato, filosofo, fondatore dell'Istituto italiano per gli Studi Filosofici di via Monte di Dio – non può non ricordarlo per i grandi meriti e per le grandi opere che ha lasciato in dote a questa città. Gerardo Marotta è morto ieri sera 25 gennaio e le prime parole pronunciate da Nino Daniele, Assessore alla cultura del Comune di Napoli, mi hanno molto colpito perché mai un politico è riuscito, in poche battute, a riassumere pienamente un sentimento di riconoscenza, di rimpianto e di autocritica così come ha fatto Nino (mi permetto di citarne solo il nome in ragione di una antica amicizia): «Non riesco a immaginare la città senza Gerardo Marotta… Napoli è in debito con Marotta, lo siamo tutti per la nostra inadeguatezza. Dobbiamo avere uno scatto di dignità… la sua ultima battaglia è stata quella di cercare una collocazione per i suoi volumi (oltre 300mila, ndr) e siamo a un passo dalla realizzazione: collocheremo i libri nell'ex Palazzo del Coni a Monte di Dio, accanto alla sede dell'Istituto per gli studi filosofici». Il termine “inadeguatezza” collegato alla vita politica (di questa città e non solo) è forse quello più corretto per darne una visione compiuta. |